Concerto gratuito Antonio Vivaldi “Nisi Dominus RV 608”
In occasione del X anno di Episcopato di S.E.R. Monsignor Giovanni D'Ercole, sabato 16 novembre alle…
Concerto gratuito Antonio Vivaldi “Nisi Dominus RV 608”
In occasione del X anno di Episcopato di S.E.R. Monsignor Giovanni D'Ercole, sabato 16 novembre alle…
Inaugurazione PAS: Polo accoglienza e solidarietà
Sabato 16 novembre ore 12.00 inaugurazione PAS con l’intervento delle autorità civili e…
Incontro carismatico i serafini di Dio
"La lode fonte di guarigione" In programma una serie di incontri a Roma l'11-12-13 ottobre
Con il Mercoledì delle Ceneri, entriamo nel clima penitenziale della Quaresima, per prepararci a celebrare la Pasqua. La parola di Dio in queste domeniche ci ha portato a meditare sulle Beatitudini, che sono la proposta evangelica per ogni discepolo del Signore. Con la prima delle beatitudini Gesù proclama beati i poveri in spirito e afferma che essi sono luce e sale della terra. Come? Perché attuano la giustizia superiore, ben esplicitata con le sei antitesi che la liturgia ci ha fatto proclamare nelle passate domeniche. Chi segue Gesù povero cambia gli stili e la mentalità e pone in essere un effettivo e radicale cambiamento di mentalità – una profonda conversione – giungendo a chiamare fratello il nemico e rinunciando a far prevalere il proprio io. In questo modo l’esistenza del discepolo di Cristo si trasforma in un dono a servizio totale per Dio e per il prossimo, specie quello più bisognoso.
Vorrei che con questo spirito ci apprestassimo a vivere il tempo quaresimale, ricordando che per chi è permeato della cultura consumistica e delle sue esigenze, la beatitudine della povertà può sembrare non solo ingenua, ma addirittura fuori di ogni prospettiva di umana realizzazione. Sembra un’utopia persino inopportuna, ahimè ritenuta tale anche da molti cristiani, che risentono del clima consumistico dominante. La sete del denaro rende schiavi quando la ricchezza da strumento si tramuta in padrone e guida le nostre scelte, ritenendo la ricchezza materiale garanzia di sicurezza. Eppure non si vede in giro tanta gente felice e appagata dai soldi; anzi la cronaca registra drammatiche ricadute sulle persone, la cui dignità viene calpestata per l’avida e incontrollata sete del denaro, del potere e del piacere. La fame esagerata dei beni materiali produce corruzione, incide sull’armonia nelle famiglie, altera le relazioni interpersonali, provoca scandali, genera violenza e guerre. E’ vero: solo coloro che fanno esperienza della paternità di Dio, sanno riconquistare il primato dell’umano sulle cose. L’ansia ossessiva per l’avere, infatti, è la triste compagna di chi vive come orfano di Dio!
Orfani di Dio: ecco il problema cruciale di ogni persona e che in questo nostro tempo è molto accentuato. Quando nella vita è la sete del denaro a dominare, i primi a rimetterci siamo proprio noi. Chi vuole costruire il paradiso sulla terra genera sempre l’inferno per sé e per gli altri. In definitiva, torna sempre la questione fondamentale dell’umana esistenza: “Che posto occupa Dio nella mia vita? Perché vivere nell’ambiguità di chi dice di amare Dio ma preferisce nei fatti mammona?”.
Papa Francesco, che traccia alla Chiesa la strada maestra della povertà evangelica, ci stimola in questo periodo quaresimale a mendicare e a imparare la vera povertà che “descrive ciò che abbiamo nel cuore veramente: il bisogno di Dio”. In più occasioni, nel corso delle celebrazioni mattutine a Santa Marta, fa notare che «il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice e opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi, non vi è più spazio per gli altri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore». E aggiunge a comune nostro ammonimento: «Anche i credenti corrono questo rischio. Molti vi cadono e si trasformano in persone risentite, scontente».
Possano i giorni della Quaresima essere per le nostre comunità occasioni di conversione del cuore e ci liberi il Signore dall’infinita tristezza propria di chi vive come se Dio non si occupasse di noi e si dimentica di avere un Padre che invece lo riveste di dignità e lo vuole circondare di ogni amorevole cura.