Solennità di Sant'Emidio 2023: il messaggio del Vescovo Gianpiero Palmieri alla Diocesi

Padri e Madri, nella vita e nella fede

Solennità di Sant’Emidio 2023: il messaggio del Vescovo Gianpiero Palmieri alla Diocesi

Padri e Madri nella vita e nella fede

Carissimi,

Sant’Emidio è nostro padre, nella vita e nella fede.

E’ questo il messaggio che vorremmo “lanciare” a tutti per la festa di quest’anno.

Padre nella vita significa che Emidio è stato un “uomo nuovo” per il suo tempo, portatore di un elemento di diversità e di rottura rispetto alla cultura romana del territorio, e capace di proporlo a tutti con la forza mite della sua testimonianza. Questo elemento è la vita rinnovata dal Vangelo. Per avere un’idea di quanto potesse essere “trasgressiva” la vita dei cristiani nel terzo e quarto secolo, basta leggere un passaggio di un testo famoso, La lettera a Diogneto, che data addirittura la fine del secondo secolo:

I cristiani né per regione, né per lingua, né per abitudini sono da distinguere dagli altri uomini… essi non aderiscono ad una corrente filosofica umana; vivendo in città greche o barbare, come a ciascuno è capitato, e adeguandosi ai costumi del luogo nel vestito, nel cibo e nel resto, testimoniano un modo di vivere mirabile e indubbiamente paradossale. Vivono nella loro patria, ma come forestieri, partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono staccati. Si sposano come tutti e generano figli, ma non gettano i neonati. Mettono in comune la mensa, ma non il letto. Obbediscono alle leggi stabilite, ma con la loro vita superano le leggi… Dai Giudei sono combattuti come stranieri, dai greci sono perseguitati, e coloro che li odiano non saprebbero dire il motivo dell’odio.

Possiamo immaginare che quest’uomo eccezionale, Emidio, e i suoi compagni abbiano attirato l’attenzione di tutti per il loro stile di vita pieno di “bellezza semplice”: accoglienza di ogni uomo come fratello, solidarietà con i più vulnerabili, rifiuto della logica della violenza, unità nella comunità cristiana e cura della città come spazio comune. Nessuna pretesa di essere “supereroi semidivini”, ma convinzione che in Gesù si diventa più “uomini”. Man mano che cresceva il numero dei “figli” (Polisia, Cristanziano, ecc.), si manifestava sempre di più la paternità di Emidio, la sua capacità di generare vita nuova intorno a sé, come per un’irradiazione spontanea e generosa.

E poi: Padre nella fede. La testimonianza di vita di Emidio e dei suoi compagni è accompagnata da una narrazione di senso, da una Parola che è quella del Vangelo di Gesù. In fondo è questa Parola il segreto di questa piccola comunità cristiana delle origini, nata sulle rive del fiume Tronto. Possiamo immaginarla come un gruppo di famiglie piene di entusiasmo, giovani e con bambini tenuti per mano o portati al collo, che si riunisce la domenica per ascoltare le parole dell’apostolo Emidio e per spezzare il pane con lui. Prendono gradualmente le distanze dalla frequentazione dei templi e dai sacrifici offerti agli dei (anche a costo di essere spacciati per empi e miscredenti), perché cresce dentro di loro la convinzione che l’unico Dio sia dovunque, nel creato e nel cuore di ogni uomo, e che Gesù suo Figlio ci abbia rivelato il suo volto e insegnato a chiamarlo Padre. Le sua parole scaldano il cuore e aiutano a vivere ogni momento dell’esistenza: il nascere e il morire, l’amare e l’odiare, lo star bene e l’ammalarsi… Una narrazione, quella del Vangelo, che diventa appunto “Buona Notizia” sulla vita umana.

E’ come scoprire di non galleggiare nel vuoto, nel frammentato, nel caos , ma di tenere saldamente i piedi nella realtà pur avendo il cuore pieno di luce. La gente accorre da Emidio, vuole ascoltarne la voce, vuole scoprire come “rivolta a sé” la Parola di Gesù che egli pronuncia. Una volta che si aderisce al Vangelo e si entra a far parte di questa comunità, ecco che si è introdotti nel Mistero: con il battesimo si diventa un solo corpo con il Signore e con i fratelli, e l’unzione dello Spirito ci rivela sempre di più parti di quella verità tutta intera che soltanto Dio possiede in pienezza ma che non si stanca mai di rivelare agli uomini.

Ecco allora che Emidio estende nei secoli la sua paternità e la rinnova continuamente nelle generazioni degli ascolani che si succedono e a cui viene annunziato il Vangelo. Una lastra di travertino del XII secolo, custodita in questo momento nel battistero ma che faceva parte del portale della Cattedrale, lo ritrae vestito degli abiti episcopali, con il pastorale in una mano e il Vangelo nell’altra; è la prima raffigurazione scultorea, in bassorilievo, del padre S.Emidio.

Carissimi, viviamo con intensità gli appuntamenti della festa di S.Emidio, arricchiti quest’anno dalla celebrazione della Giornata dei nonni e degli anziani, in onore dei SS.Gioacchino ed Anna, nonni di Gesù, il 30 luglio ore 18.30 a san Francesco in piazza del Popolo. Ma soprattutto avviciniamoci con tanto amore e riconoscenza all’arca del suo corpo, nella cripta della Cattedrale, da cui si irradia ancora intatta la luce della sua paternità.

Quest’anno ci piacerebbe che la statua di S.Emidio, insieme con il Vangelo e l’anfora dell’acqua del fonte battesimale fossero portati in processione, la sera del 5 agosto, dalle famiglie con bambini piccoli della Diocesi. Raccolte a grappolo intorno a S.Emidio. Come agli inizio, come nelle origini, con lo stesso entusiasmo di un tempo. Invito tutte queste famiglie a partecipare alla processione, per offrire un segno di speranza e di fede alla nostra città e al nostro territorio.

Buona festa a tutti!

+ Gianpiero

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